Quando la rabbia ci assale: come gestirla
Quando la rabbia ci assale: come gestirla
Come vi sentireste qualora vi trovaste a vivere le seguenti situazioni?
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- L’unica giornata in cui potete riposare, i vicini di casa fanno parecchio rumore;
- Un amico arriva sistematicamente con mezz’ora di ritardo agli appuntamenti;
- Siete in fila in posta e una signora, facendo finta di non vedervi, vi passa davanti;
- Prestate la vostra automobile a un parente che, senza avvisarvi, ve la riconsegna rigata;
- Un collega di lavoro si prende i meriti del vostro operato con il capo;
- Vostra suocera si presenta a casa vostra abitualmente senza preavviso;
- State per partire per le ferie e vi viene data la comunicazione che il vostro volo è stato cancellato;
- Il vostro partner si dimentica del vostro anniversario.
Forse vi sarà capitato di vivere una o più delle suddette situazioni e molto probabilmente avrete sperimentato un certo livello di rabbia.
Tutti conosciamo questa emozione che, se non ben gestita, può portare all’attuazione di agiti o alla sua repressione.
Rabbia: definizione e da dove deriva
La rabbia, assieme alla paura, alla sorpresa, al disgusto, alla gioia e alla tristezza, è un’emozione primaria, ovvero presente sin dai primi giorni di vita. Ogni emozione è collegata ad una base neurale specifica e ha una precisa funzione adattiva.
Il sentimento primordiale da cui deriva la rabbia è determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nel proprio ambiente.
La rabbia è una risposta emotiva intensa, ma transitoria e può raggiungere diversi livelli di intensità che possono partire da un leggero fastidio, irritazione o impazienza fino ad arrivare alla collera o all’ira.
L’espressione della rabbia avviene sia a livello mimico (fronte e sopracciglia aggrottate, denti digrignati, arrossamento del volto) sia a livello posturale (il corpo assume una posizione che gli permetta di attaccare).
Le variazioni fisiologiche sono quelle tipiche dell’attivazione del sistema nervoso autonomo simpatico e determinano l’aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna, maggiore tensione muscolare e sudorazione.
Abbiamo visto che la rabbia può essere innescata da situazioni in cui crediamo di avere subito un torto, oppure quando vediamo un nostro bisogno negato. Tale emozione è spesso provocata dalla frustrazione, ovvero quando siamo ostacolati nel raggiungimento di un nostro obiettivo.
Qualora il nostro ambiente fosse caratterizzato dalla presenza di bestie feroci e selvatiche pronte ad aggredirci in qualsiasi istante, al fine di tutelare la nostra sopravvivenza, sarebbe molto utile manifestare liberamente questa emozione, ma il dato di fatto è che facciamo parte di una società civile.
Rabbia: uno stato emotivo incontrollato
Se la rabbia perde la sua una funzione adattiva e diventa uno stato emotivo incontrollato crea malessere al soggetto che la sperimenta causando sofferenza individuale e compromettendo le relazioni interpersonali; essa infatti può portare a compiere agiti dannosi verso oggetti, verso terzi o verso sé stessi.
Sia quando reprimiamo la nostra rabbia sia quando veniamo sopraffatti da essa, non la stiamo gestendo in modo funzionale e ciò si accompagna a conseguenze nocive.
La repressione della rabbia, infatti, nel lungo periodo porta ad una chiusura in sé stessi e ad un mancato riconoscimento dei propri bisogni e può alimentare un senso di inferiorità. Numerose reazioni di tipo psicosomatico sono la conseguenza del soffocamento di tale vissuto emotivo.
Gli episodi aggressivi legati all’espressione della rabbia, per ovvie ragioni, sono altrettanto distruttivi per il soggetto che li manifesta.
Per tutelare la nostra salute psico-fisica risulta quindi fondamentale apprendere ad esprimere la rabbia in n modo funzionale e costruttivo.
Arrabbiarsi: giusto o sbagliato?
Arrabbiarsi non è di per sé sbagliato, ma lo è farsi sopraffare da tale vissuto emotivo oppure soffocarlo; senza rabbia saremmo degli individui indifesi e in balia degli attacchi esterni. Pertanto è fondamentale apprendere a riconoscere i nostri diritti, i nostri bisogni e i nostri sentimenti e imparare ad esprimerli assertivamente. Questa è la modalità più sana di esprimere i nostri sentimenti perché implica un rispetto autentico di sé stessi e degli altri.
È importante riconoscere se qualcuno non ci sta rispettando, se i nostri diritti vengono violati e se non stiamo soddisfacendo i nostri bisogni. Ciò ci permette di scegliere di attuare delle modalità di risposta costruttive e congrue ai nostri sistemi valoriali.
Dobbiamo riconoscere il fatto che non sempre è possibile, e nemmeno funzionale, evitare le persone o le situazioni che provocano rabbia: pertanto risulta utile imparare a gestire al meglio le proprie reazioni.
Imparare a gestire la rabbia
Esistono diverse modalità per imparare a gestire la rabbia, ma per acquisire ogni nuova abilità sono necessari motivazione, costanza, allenamento e un impegno attivo.
L’orientamento cognitivo-comportamentale è particolarmente indicato per acquisire una migliore gestione delle proprie emozioni:
- La ristrutturazione cognitiva permette al soggetto di riconoscere la presenza di quei pensieri distorti o esagerati e di percepire così le situazioni in un modo più realistico.
- A livello comportamentale vengono acquisite nuove modalità di risposta, più funzionali, in riferimento alle situazioni che abitualmente generano la rabbia.
- Le tecniche di rilassamento, invece, favoriscono un maggiore benessere psico-fisico, aiutano a sciogliere le tensioni, a favorire un recupero di energia e a smorzare le risonanze emotive.
Dr.ssa Chiara Frassoni
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