Come alimentare il desiderio sessuale nel tempo
Come alimentare il desiderio sessuale nel tempo
“Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d’attesa“
J. Renard
La parola desiderio dal punto di vista etimologico, (dal latino de-sidera, mancanza “de” di stelle “sidera, da sidus, sideris”, ovvero “avvertire la mancanza delle stelle”, intese come segnali di buon auspicio) esprime al meglio una condizione di ricerca laddove viene percepita una mancanza.
A livello psicologico il desiderio umano è da intendersi come un sentimento scaturito da un’assenza e può essere considerato come una spinta che ci direziona; è strettamente correlato alla motivazione che orienta i nostri comportamenti. (Per esempio, “desidero conseguire un determinato titolo formativo e quindi mi applico nello studio” oppure “desidero acquistare un’automobile e metto del denaro da parte”).
Il desiderio esprime allo stesso tempo sia il legame con l’oggetto sia la mancanza dell’oggetto da cui deriva la spinta all’azione.
In ambito sessuologico il desiderio sessuale rappresenta il punto di partenza del ciclo della risposta sessuale (Kaplan). Il fisiologo R. J. Levin (1994) definisce il desiderio sessuale come uno stato mentale insoddisfatto, di variabile intensità, innescato da stimoli esterni (attraverso i sensi) o interni (fantasie e pensieri relativi all’attività sessuale), che induce la sensazione del bisogno di condividere un’attività sessuale (usualmente con l’oggetto di desiderio) per soddisfare il bisogno stesso.
Il desiderio sessuale dipende sia da variabili ormonali, psicologiche e relazionali.
Per la donna e per l’uomo gli ormoni rivestono un ruolo basilare. Alcuni studi hanno dimostrato che durante l’ovulazione, quando gli estrogeni e il testosterone raggiungono i valori più elevati, la donna ha la massima soddisfazione sessuale; il testosterone, infatti, agisce sul cervello aumentando il livello di desiderio e di eccitazione e in questa fase si manifesta un maggiore numero di sogni erotici e di fantasie sessuali.
A livello psicologico i principali fattori che favoriscono il desiderio sono principalmente la qualità della relazione, un ambiente culturale non giudicante, un contesto adeguato che faciliti una buona partecipazione emotiva e le abilità seduttive del partner.
In un rapporto di coppia il desiderio tende a diminuire e a spegnersi nel tempo se non viene alimentato costantemente. Alla luce delle precedenti considerazioni è ben comprensibile come la prossimità tende a inibire l’attrazione e l’erotismo che sono, invece, innescati dalla distanza e dalla mancanza.
Vediamo di seguito quali sono i principali fattori che contribuiscono ad una diminuzione del desiderio in un rapporto di coppia di lunga durata e come questi si possono prevenire e contrastare per mantenere la fiamma della passione accesa nel tempo.
Essere completamente assorbiti dalla routine e dai ritmi frenetici porta ad attribuire al partner una secondaria importanza e ciò inevitabilmente logora il livello di qualità del rapporto. Il desiderio cala drasticamente quando l’altro viene dato per scontato.
È importante domandarsi quanto del proprio tempo si è abituati e disposti a investire per coltivare la relazione di coppia e riflettere sulla qualità di questi momenti: quando trascorro del tempo con il mio partner sono realmente presente? Riesco a sintonizzarmi attraverso un ascolto autentico? Mi risulta possibile prendere le distanze dal ruolo di genitore e da quello professionale? In caso negativo cosa rende difficile questo passaggio?
Innanzitutto è fondamentale ritagliarsi degli spazi e dei tempi adeguati da dedicare alla sfera di coppia. Tutti i buoni risultati in qualsiasi ambito di vita, del resto, richiedono tempo, impegno e dedizione.
Anche manifestare delle piccole attenzioni quotidiane e inaspettate rappresenta certamente una buona prassi.
Molto frequentemente il fatto di dare per scontato il proprio partner va di pari passo con il prendersi poca cura di sé stessi; trascurare il proprio aspetto (la forma fisica, l’igiene personale, la cura di sé nelle sue diverse sfaccettature) denota una mancanza di attenzioni non solo verso sé stessi, ma anche verso l’altra persona.
Non solo un’eccessiva lontananza, ma anche un’eccessiva vicinanza, tipica dei rapporti simbiotici, causa dipendenza, “assuefazione” e porta ad un’inibizione del desiderio sessuale.
Una sana differenziazione che lasci lo spazio alla propria individualità e ai propri spazi permette di promuovere la capacità di vivere l’intimità e la passione senza però mettere in secondo piano l’accudimento.
Il desiderio si alimenta in una danza a due armoniosa in cui passi i passi dei ballerini non sono troppo vicini per evitare di calpestarsi né troppo distanti per evitare di perdere la presa.
Quando si avverte un calo del desiderio è necessario chiedersi che cosa è cambiato rispetto a prima.
Sono cambiate le circostanze ambientali? È variata la qualità del rapporto di coppia? Si desidera ancora realmente quella persona? Sono variati i propri bisogni e desideri?
È molto utile riconoscere e ripetersi spesso quali sono le qualità che hanno fatto innamorare proprio di quella persona, non dandole mai per scontate.
Ricordiamoci che una sana gelosia accompagnata dal timore di perdere l’altro, se non sconfina in possessività e ossessione, è un afrodisiaco molto efficace.
Trovare un buon compromesso tra assenza e soddisfazione è una buona strategia considerando che l’attesa aumenta il desiderio. Proviamo a pensare al nostro piatto preferito: cosa accadrebbe a seguito di un’abbuffata priva di qualsiasi limite?
Ultimo punto, non meno importante, è quello di ricordarsi che fantasia e creatività mantengono l’interesse e il desiderio vivi e attivi.
Dr.ssa Chiara Frassoni
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