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Perché mi innamoro sempre della persona sbagliata?

27 Nov 2017
admin
innamoramento, innamorarsi, terapia di coppia
Perché mi innamoro sempre della persona sbagliata

Perché mi innamoro sempre della persona sbagliata?

Ripercorrendo mentalmente la propria storia sentimentale, a partire dalle primissime cotte, noteremo come può essere capitato, almeno una volta nella vita, di essersi invaghiti della persona sbagliata.

Non tutti i mali vengono per nuocere, infatti, alcune situazioni che causano sofferenza emotiva, come per esempio il rifiuto o la fine di una relazione sentimentale, portano a metterci più profondamente in contatto con noi stessi e ci aiutano a chiarire cosa per noi è davvero importante e cosa, invece, è meglio allontanare.

Quando le delusioni sentimentali diventano la regola e si susseguono come un fenomeno recidivo, allora è opportuno fermarsi e chiedersi che cosa sta succedendo.

Si tratta solo di sfortuna o siamo, in parte, inconsapevolmente complici di tale esito?
Quali sono i meccanismi che possono portare a collezionare numerose delusioni a livello sentimentale?

Cerchiamo di individuarli di seguito.

Innanzitutto ci sono dei fattori che ostacolano il buon funzionamento di qualsiasi rapporto di coppia:

– Paura della relazione: il timore di perdere la propria libertà prende il sopravvento e fa sì che l’impegno che un rapporto di coppia richiede venga vissuto come un ostacolo e non come un valore aggiunto.

Se l’obiettivo è quello di investire affettivamente in una relazione stabile e duratura è preferibile non legarsi a questo tipo di soggetti con l’illusione che le cose possano cambiare nel tempo.

– Bassa autostima: stare bene con sé stessi è la regola di base per stare bene con gli altri. Chi ha una bassa autostima tende a chiedere continue rassicurazioni al partner con la finalità di colmare quelle insicurezze che, giorno dopo giorno, alimentano emozioni negative come la gelosia e la paura dell’abbandono. Solitamente questi comportamenti hanno l’effetto contrario rispetto a quello desiderato, ovvero spingono il partner ad allontanarsi sempre di più e così, giorno dopo giorno, si innesca la profezia che si auto-avvera.

La visione che abbiamo di noi stessi, degli altri e del mondo non è mai oggettiva, ma dipende dai nostri schemi mentali. Questo fenomeno è di per sé adattivo, in quanto ci consente di costruire una realtà prevedibile che ci dà maggiore sicurezza. Secondo la psicologia cognitiva “lo schema” è un piano cognitivo astratto che serve da guida per interpretare e risolvere dei problemi. Lo schema sarebbe quindi un principio organizzativo tramite il quale l’individuo può interpretare le esperienze vissute.

I nostri schemi si sviluppano sin dai primi anni di vita, sulla base delle nostre esperienze e a partire dal contesto familiare. Quando il bambino cresce, anche altri fattori, quali l’ambiente scolastico, le amicizie, il gruppo dei pari e i condizionamenti sociali, diventano sempre più importanti nello sviluppo degli schemi.

Diversi studi dimostrano che la frustrazione di uno o più bisogni primari durante l’infanzia (come per esempio il bisogno di protezione, di stabilità, di cura e di accettazione) può portare il bambino a sviluppare degli schemi maladattivi precoci, ovvero dei modello cognitivi ed emotivi controproducenti (J.E.Young).

Uno schema maladattivo di questo tipo, per esempio, porta il soggetto a sentirsi costantemente inadeguato, poco desiderato, inferiore agli altri e incapace di affrontare diverse situazioni.

Tali schemi, proprio perché danno un senso di coerenza cognitiva, rendendo la realtà più prevedibile, si mantengono e si alimentano nel tempo facendo in modo che gli stessi bisogni non vengano soddisfatti anche in età adulta. Il soggetto, senza però rendersene conto, sceglie le circostanze e le relazioni interpersonali che mantengono i suoi schemi attivi e tende ad evitare quelle che invece potrebbero invalidarli (J.E.Young).

È come se inconsapevolmente una parte di sé fosse attratta proprio da quelle figure e da quelle situazioni che evocano i vissuti emotivi che già sono familiari.

E’ importante, inoltre, riflettere su come il contesto in cui viviamo ci condiziona. Gli schemi maladattivi possono portare anche a ricercare l’approvazione, l’attenzione, il riconoscimento da parte degli altri fino a compromettere uno sviluppo di un senso di identità stabile e autentico.

Molto spesso, senza esserne realmente consapevoli, i nostri bisogni, i nostri desideri e le nostre scelte sono condizionati dalla nostra società e da ciò che ci aspettiamo che essa si aspetti da noi.

Uno dei principali obiettivi psicoterapeutici consiste nell’individuare gli schemi disfunzionali, divenirne sempre più consapevoli e mettere in atto delle modalità di risposta più funzionali, volte a soddisfare i bisogni emotivi fondamentali.

“Chi sono io realmente e cosa voglio e cosa mi piace a prescindere dai condizionamenti del contesto in cui sono inserito?”
“Sono consapevole di ciò che è realmente importante per me?”

Chiarire quali sono i propri valori è un passo fondamentale per costruire una vita piena e significativa.

I nostri valori fungono da bussola che ci direziona nelle nostre scelte, anche in quelle sentimentali.

Individuare che cosa si vuole veramente e cosa si è disposti ad offrire è un passo fondamentale per acquisire una buona autostima e di conseguenza fare delle scelte consapevoli.

Dr.ssa Chiara Frassoni

Leggi anche: “Autostima: come migliorare la considerazione di sé”

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