Perché mi innamoro sempre della persona sbagliata?
Perché mi innamoro sempre della persona sbagliata?
Ripercorrendo mentalmente la propria storia sentimentale, a partire dalle primissime cotte, noteremo come può essere capitato, almeno una volta nella vita, di essersi invaghiti della persona sbagliata.
Non tutti i mali vengono per nuocere, infatti, alcune situazioni che causano sofferenza emotiva, come per esempio il rifiuto o la fine di una relazione sentimentale, portano a metterci più profondamente in contatto con noi stessi e ci aiutano a chiarire cosa per noi è davvero importante e cosa, invece, è meglio allontanare.
Quando le delusioni sentimentali diventano la regola e si susseguono come un fenomeno recidivo, allora è opportuno fermarsi e chiedersi che cosa sta succedendo.
Si tratta solo di sfortuna o siamo, in parte, inconsapevolmente complici di tale esito?
Quali sono i meccanismi che possono portare a collezionare numerose delusioni a livello sentimentale?
Cerchiamo di individuarli di seguito.
Innanzitutto ci sono dei fattori che ostacolano il buon funzionamento di qualsiasi rapporto di coppia:
– Paura della relazione: il timore di perdere la propria libertà prende il sopravvento e fa sì che l’impegno che un rapporto di coppia richiede venga vissuto come un ostacolo e non come un valore aggiunto.
Se l’obiettivo è quello di investire affettivamente in una relazione stabile e duratura è preferibile non legarsi a questo tipo di soggetti con l’illusione che le cose possano cambiare nel tempo.
– Bassa autostima: stare bene con sé stessi è la regola di base per stare bene con gli altri. Chi ha una bassa autostima tende a chiedere continue rassicurazioni al partner con la finalità di colmare quelle insicurezze che, giorno dopo giorno, alimentano emozioni negative come la gelosia e la paura dell’abbandono. Solitamente questi comportamenti hanno l’effetto contrario rispetto a quello desiderato, ovvero spingono il partner ad allontanarsi sempre di più e così, giorno dopo giorno, si innesca la profezia che si auto-avvera.
La visione che abbiamo di noi stessi, degli altri e del mondo non è mai oggettiva, ma dipende dai nostri schemi mentali. Questo fenomeno è di per sé adattivo, in quanto ci consente di costruire una realtà prevedibile che ci dà maggiore sicurezza. Secondo la psicologia cognitiva “lo schema” è un piano cognitivo astratto che serve da guida per interpretare e risolvere dei problemi. Lo schema sarebbe quindi un principio organizzativo tramite il quale l’individuo può interpretare le esperienze vissute.
I nostri schemi si sviluppano sin dai primi anni di vita, sulla base delle nostre esperienze e a partire dal contesto familiare. Quando il bambino cresce, anche altri fattori, quali l’ambiente scolastico, le amicizie, il gruppo dei pari e i condizionamenti sociali, diventano sempre più importanti nello sviluppo degli schemi.
Diversi studi dimostrano che la frustrazione di uno o più bisogni primari durante l’infanzia (come per esempio il bisogno di protezione, di stabilità, di cura e di accettazione) può portare il bambino a sviluppare degli schemi maladattivi precoci, ovvero dei modello cognitivi ed emotivi controproducenti (J.E.Young).
Uno schema maladattivo di questo tipo, per esempio, porta il soggetto a sentirsi costantemente inadeguato, poco desiderato, inferiore agli altri e incapace di affrontare diverse situazioni.
Tali schemi, proprio perché danno un senso di coerenza cognitiva, rendendo la realtà più prevedibile, si mantengono e si alimentano nel tempo facendo in modo che gli stessi bisogni non vengano soddisfatti anche in età adulta. Il soggetto, senza però rendersene conto, sceglie le circostanze e le relazioni interpersonali che mantengono i suoi schemi attivi e tende ad evitare quelle che invece potrebbero invalidarli (J.E.Young).
È come se inconsapevolmente una parte di sé fosse attratta proprio da quelle figure e da quelle situazioni che evocano i vissuti emotivi che già sono familiari.
E’ importante, inoltre, riflettere su come il contesto in cui viviamo ci condiziona. Gli schemi maladattivi possono portare anche a ricercare l’approvazione, l’attenzione, il riconoscimento da parte degli altri fino a compromettere uno sviluppo di un senso di identità stabile e autentico.
Molto spesso, senza esserne realmente consapevoli, i nostri bisogni, i nostri desideri e le nostre scelte sono condizionati dalla nostra società e da ciò che ci aspettiamo che essa si aspetti da noi.
Uno dei principali obiettivi psicoterapeutici consiste nell’individuare gli schemi disfunzionali, divenirne sempre più consapevoli e mettere in atto delle modalità di risposta più funzionali, volte a soddisfare i bisogni emotivi fondamentali.
“Chi sono io realmente e cosa voglio e cosa mi piace a prescindere dai condizionamenti del contesto in cui sono inserito?”
“Sono consapevole di ciò che è realmente importante per me?”
Chiarire quali sono i propri valori è un passo fondamentale per costruire una vita piena e significativa.
I nostri valori fungono da bussola che ci direziona nelle nostre scelte, anche in quelle sentimentali.
Individuare che cosa si vuole veramente e cosa si è disposti ad offrire è un passo fondamentale per acquisire una buona autostima e di conseguenza fare delle scelte consapevoli.
Dr.ssa Chiara Frassoni
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