Cosa può essere considerato “normale” nella sessualità di coppia?
Cosa può essere considerato “normale” nella sessualità di coppia?
Nei colloqui di consulenza, con una certa frequenza, alcuni utenti chiedono quali comportamenti possono essere considerati normali nella sessualità di coppia.
Prima di tutto è fondamentale interrogarsi sul concetto di normalità. Quali criteri stabiliscono se un comportamento è normale oppure se devia dalla norma?
Il contesto storico e socio-culturale a cui si fa riferimento ci fornisce delle risposte in questa direzione. Nelle società occidentali, per fare un esempio, il matrimonio monogamico è considerato un’istituzione fondamentale, mentre i matrimoni plurimi vengono sanzionati. La situazione è differente in più di cinquanta paesi nel mondo, presenti soprattutto in Africa e in Asia, dove la poligamia è, invece, consentita.
Anche l’età del consenso (in diritto si intende l’età in cui una persona è considerata capace di dare un consenso informato a rapporti e ad atti sessuali) varia da stato a stato.
Ogni società adotta dei codici normativi che orientano il comportamento delle persone. Dall’altro lato è anche vero che i cambiamenti culturali di una società portano a rivedere alcune leggi. Pensiamo per esempio alle disposizioni sul delitto d’onore e sul matrimonio riparatore che in Italia sono state abrogate solamente nel 1981!
L’articolo 3 della nostra costituzione sancisce la pari dignità sociale e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Essendo la sessualità uno degli essenziali modi di espressione della persona umana, il diritto di disporne liberamente è un diritto soggettivo assoluto ed è tutelato dalla costituzione italiana.
Una normalità di tipo statistico ci dice, invece, quali sono i comportamenti maggiormente diffusi nella popolazione ma, dall’altro lato, dice poco sul vissuto di ogni singolo individuo. In una società, infatti, i comportamenti che rientrano al centro della curva di Gauss tendono ad essere considerati “normali”.
Ricollegandoci al concetto di normalità statistica, le ricerche condotte dal biologo e sessuologo statunitense Alfred Kinsey hanno rappresentato una vera rivoluzione tra gli anni ‘40 e ‘50 del Novecento, rivelando dei dati che l’opinione pubblica non si sarebbe aspettata. Lo studioso si è posto l’obiettivo di indagare i comportamenti sessuali della popolazione attraverso più di diciottomila interviste. Dai Rapporti di Kinsey (Il comportamento sessuale dell’uomo, 1948; Il comportamento sessuale della donna, 1953) si evince come il sesso non fosse considerato nella sua mera funzione riproduttiva, ma come fonte di piacere, gratificazione e di crescita personale; gli americani intervistati parlavano di orgasmo, masturbazione, fellatio, cunnilingus e di relazioni extra coniugali. Il rigore scientifico degli studi di Kinsey permise di sradicare certi tabù. La masturbazione e il piacere sessuale non erano più considerate delle prerogative maschili e veniva messa in evidenza la presenza di differenti orientamenti sessuali.
I Rapporti di Kinsey rilevarono, inoltre, che la frequenza media dei coiti dichiarati dalle donne all’interno di una relazione coniugale era pari a 2.8 volte a settimana prima dei venti anni, 2.2 volte a settimana prima dei trenta anni e 1.0 volta a settimana prima dei cinquanta anni.
Il concetto di normalità può essere letto anche sotto una chiave moralistica. Tutte le religioni, infatti, propinano dei modelli di comportamento da seguire ai loro fedeli e, ad esempio, per la religione cattolica la sessualità deve essere vissuta all’interno di una famiglia, sancita da un matrimonio tra un uomo e una donna, con lo scopo di procreare; i metodi contraccettivi artificiali non sono accettati poiché ostacolano tale fine.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce così la sessualità: “Un aspetto centrale dell’essere umano nel corso della vita che comprende sesso, identità e ruoli di genere, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità e riproduzione. La sessualità è vissuta ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, credenze, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Anche se la sessualità può includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite o espresse. La sessualità è influenzata dall’interazione dei fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, culturali, giuridici, storici, religiosi e spirituali”.
Per salute sessuale, l’OMS intende “Uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; non è solo assenza di malattia, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza Per raggiungere e mantenere la salute sessuale, i diritti sessuali di ogni essere umano devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”.
I seguenti diritti sessuali, che fanno parte dei diritti umani, sono riconosciuti da leggi nazionali, da documenti e dichiarazioni di consenso a livello internazionale:
- Beneficiare dello standard più elevato possibile in materia di salute sessuale, incluso l’accesso a servizi di salute sessuale e riproduttiva.
- Cercare, ricevere e diffondere informazioni relative alla sessualità.
- Diritto di ricevere e dovere di dare un’educazione sessuale.
- Rispetto per l’integrità del corpo di ogni persona.
- Libera scelta del partner.
- Decidere se essere sessualmente attivi.
- Avere relazioni sessuali consensuali.
- Contrarre matrimonio consensuale.
- Decidere se e quando avere figli.
- Perseguire una vita sessuale soddisfacente, sicura e piacevole.
L’esercizio responsabile dei diritti sessuali richiede che tutte le persone rispettino i diritti degli altri.
I diritti sessuali, le definizioni di sessualità e di salute sessuale proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità rappresentino delle ottime linee guida per rispondere al quesito iniziale, ovvero stabilire che cosa possa essere considerato normale nella sfera della sessualità, tenendo presente che il concetto di normalità è costantemente soggetto a revisioni e modifiche.
Concludendo, possiamo considerare normale e naturale tutto ciò che riguarda l’espressione della propria sessualità nel modo più libero e personale, con il consenso del partner, nell’assoluto rispetto di sé e dell’altro; tutto ciò che riguarda la manifestazione di quel sentimento squisitamente umano che si chiama amore e nulla a che vedere con le discriminazioni, le coercizioni, lo svilimento e le sopraffazioni.
Dr.ssa Chiara Frassoni
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